Diario di viaggio, tappa TTT 06 27/04/2012 (405 km 9 ore)
Parto da Castel del Monte alle 8:45 poco più tardi del solito, dirigo per Andria e successivamente arrivo a Barletta, costeggio il mare e si intravede il promontorio garganico, attraverso Margherita di Savoia, le strade sono bianche e poco trafficate, almeno oggi ed in questo periodo, sono zone turistiche quindi in alta stagione sarà ben diverso, vedo le distese di saline con montagne di sale bianco come neve, raggiungo Manfredonia ed è una bellissima giornata di 25° che però per il mio abbigliamento è già troppo calda, inoltre le strade sono dritte ed il paesaggio “sempre bello… mare blu, belle spiagge… che noia” non avrei mai detto di poter pensare una cosa del genere, ma alla fine, condensare in pochi giorni tante belle immagini, incredibilmente ci si abitua. Le strade diritte non aiutano per cui dopo Manfredonia, vedo un’indicazione “Monte s.Angelo”. già dal nome si intuiva un percorso tortuoso, ma lo si intuiva anche dalla posizione del cartello, infatti anche lui punta verso l’alto…
Sono nel parco nazionale del Gargano, salendo su per questa strada piena di tornanti che si susseguono incalzanti, periodicamente si apre uno spiraglio sul mare, “ho fatto la scelta giusta”, penso, qui la vista è migliore, in ogni curva rivela una cartolina con le montagne verdi sul mare blu, ed un paese arroccato.
Scopro la “Foresta Umbra”, che da ignorante pensavo fosse in Umbria, perché se la geografia non è un’opinione, il Gargano è ancora Puglia, forse l’hanno spostata.. o forse (più probabile) il suo nome ha altre radici. Mi documenterò. ( Il nome "umbra", deriva dal latino e significa cupa, ombrosa, come allora, e come in parte oggi, appare. Wikipedia)
Dopo 60 km di curve e tornanti in mezzo a questa che è veramente una foresta, con imponenti alberi che oscurano la strada, tanto che ho dovuto sollevare la visiera parasole, arrivo a Vieste, bella e turistica, il centro storico è ben tenuto anche se ci sono parecchi lavori di preparazione alla stagione che verrà.
Torno indietro verso Peschici seguendo la strada che costeggia il mare, ora però non è noiosa per i centauri, si viaggia costantemente ad una cinquantina di metri sul mare, la vista è e stupenda e la strada è perfetta,con dolci curve da pennellare, subito dopo Peschici scendo verso la spiaggia per fermarmi a pranzare e manco farlo apposta trovo un club bmw con una ventina di moto, logico, mi fermo, loro erano già accomodati e presi nelle discussioni, misto “tecnica turistica goliardica” naturalmente appena mi vedono col casco, mi salutano e scambiamo qualche battuta, e fra loro anche qualche sfottò, “a Michè a visto come se va n’moto? Mica cumma’te che ogni cento chilometri te devi fermà per un’ora…” l’accento ed il dialetto non riesco a riportarlo ma i toni dei discorsi erano così. Alla fine mi affibbiano il nome di “lupo solitario” e ci salutiamo, uscendo incontro un altro lupo solitario credo attorno ai 65 che con sua moglie andava in giro su una enorme k 1200 lt e tra i vari discorsi e consigli mi ha detto una frase che dovevo assolutamente riportare “L’automobile porta in giro il corpo, la moto porta a spasso l’anima”, poetica e forse smielata, ma mi ha colpito quanto l’ho trovata vera.
Proseguo sulla statale 693 costeggiando il lago di Varano poi dirigo verso S.Severo, attraversando Sannicandro ed Apricena, raggiungo Torremaggiore e cerco di raggiungere Colletorto, dico cerco perché in quel momento non era così scontato, mi danno delle indicazioni ma la strada che prendo è a dir poco dissestata, ci sono avvallamenti che c’entri con la moto intera, e magari in piena curva, la strada è stretta e sale di quota, il paesaggio e sempre più isolato, realizzo che sono l’unico a passare di li, chissà da quanto tempo, dovessi fermarmi farei meglio a piantar la tenda, perché a piedi sarebbe un bel pezzo. La strada continua tortuosa ed impegnativa, ma a me piace così, non è certo una strada per tutte le moto, vedo un rettilineo, aumento l’andatura e dietro ad un dosso, improvvisamente, e non segnalato, l’asfalto semplicemente sparisce, non mi spavento di certo ma rimango sorpreso, non tolgo nemmeno gas ed ike non fa una piega, mi alzo sulle pedane e proseguo saltellando allegramente tra una buca e l’altra, ho fatto anche incidentalmente impattare il carter paramotore, mi fermo e controllo, nessun danno, colpa mia, non ho settato l’esa in modalità fuoristrada che avrebbe sollevato ed irrigidito la moto. Ci mancava anche il “motocross” comunque arrivo a Larino, e proseguo attraverso Acquaviva Collecroce, e Montefalcone mi fermo a dormire a Roccavivara all’hotel “Lo Smeraldo” (www.smeraldo.biz) nei pressi del santuario di Santa Maria di Canneto a ridosso del fiume Trigno, siamo in Molise a 48 km da Isernia, l’architettura richiama un castello medievale con finestre misto gotico e colonne a capitello, ma ovviamente di recente costruzione, nel contesto naturale in cui si trova il risultato è sorprendentemente bello, scopro successivamente che è opera del titolare che l’ha costruito pietra su pietra, facendomi orgogliosamente vedere le foto ingiallite dal tempo, di lui con qualche capello in più ed anno in meno, alle prese con la costruzione delle varie componenti del suo bel castello, ha ragione ad esserne orgoglioso, ha fatto un bel lavoro, il locale si presta a cene per matrimoni e festeggiamenti, se poi bevendo il vino prodotto da lui non ti senti di guidare, vai a dormire nelle sue camere.
Sono solo nella struttura, all’indomani mi rivela che quando mi ha visto pensava fossi un tedesco, beh la mole c’è, mi dice che italiani in moto da queste parti, che si fermano a dormire, ne vede pochi, forse a memoria il primo, chissà perché, il posto ed i luoghi sono molto belli, gli stranieri evidentemente ne sanno di più.