Diario viaggio TTT 09 Lunedì 29/04/2012 (320 km 5 ore) ULTIMA TAPPA
Hotel S.Marco ottima colazione, buona cucina, la moto custodita in garage vicino ad ascensore, carico e scarico comodamente, anche queste cose, all’apparenza di poco conto aggiungono qualità al soggiorno.
Parto alle 8:00 vado a Tornolo come da programma di ieri, poi ridiscendo e prendo per Ponteceno, Anzola attraverso il passo Montevacà (sp81) poi verso Ferriere, Bettola, Piacenza (sp654R), piove a dirotto avevo pensato a tutt’altro giro, ma non è il caso di avventurarsi troppo nell’Appennino Tosco Emiliano, mi riprometto di tornare con un tempo migliore, per venire da queste parti basta un week end e ti fai passi come, il bocco, il passo cento croci, che entrambi portano a Chiavari, ci sono itinerari da favola e buona cucina.
Ormai da un’ora sotto la pioggia in mezzo alle montagne, decido che non ne vale la pena, non riesco ovviamente a godermi il posto, troppo concentrato ad ascoltare i messaggi che arrivano dal fondoschiena, per capire quanto scivolosa sia la strada sotto la moto. Arrivo a Piacenza prendo la statale 10 che porta fino a Villanova D’Asti, ormai sono a casa, faccio fatica a tenere alta la concentrazione, capita spesso che, dopo un viaggio lungo ed emozionante (4228 km), ci si sente a casa quando mancano cento o più km, solo perché sono posti frequentati nei “giretti”, ma il pericolo è dietro ogni curva, anche dietro quella a 20 metri da casa, sarebbe il colmo dopo un viaggio così.
Arrivo a casa sotto il diluvio, stanco, neanche troppo, ma non stufo, contento di essere a casa ma dispiaciuto che sia finito questo viaggio, che ho preparato per mesi, e che, per quanto pianificato, alla fine si è sviluppato autonomamente diventando anche più interessante.
Considerazioni di fine viaggio.
Ho fatto il viaggio solo, molti mi hanno chiesto perché?
La prima risposta è “libertà” non devo rendere conto a nessuno, dove vado, dove fermarmi, quale strada scegliere, dove mangiare, dormire etc.
Altra cosa è vivere una piccola avventura (per me questa lo è stata) sapendo che sei relativamente solo, in alcuni posti ero veramente fuori dal mondo, ore senza incontrare anima viva, aver fiducia di essere pronto ad affrontare le situazioni impreviste, che non si sono presentate ma, bastava la consapevolezza a darne un sapore avventuroso.
Perché in moto? Beh qui la risposta è scontata, in auto semplicemente non farai mai un viaggio così, dopo qualche curva, prenderai l’autostrada e fine della storia.
In auto, se fa caldo hai il condizionatore, se fa freddo riscaldi, e se piove non ti bagni, vedi il paesaggio scorrere comodamente dal finestrino.
In moto non vedi il paesaggio… ne fai parte, hai caldo hai freddo e ti bagni se piove, ma senti i profumi e vivi il paesaggio come un film, non è un viaggio comodo, per questo quando raggiungi un posto, lo vivi come una conquista, un traguardo che ti mette in una condizione mentale tale che, osservi tutto con occhi diversi, ti sorprendi a guardare cose che normalmente ignoreresti, se unisci queste cose al fatto di essere solo con i tuoi pensieri, tutto assume una forma più spirituale e profonda, cosa che non dispiace affatto, ogni tanto, fare.
Poi c’è il rovescio della medaglia, il fatto di vedere tante cose magnifiche e di non condividerle con qualcuno, ma questo andrebbe in conflitto con quanto affermato sopra, per cui, penso ci siano viaggi e viaggi, questo era da fare da solo, perché lo sognavo proprio così.
Piccola riflessione sull’attrezzatura.
Ero pronto a dormire in campeggio, per cui avevo tutto il necessario per dormire all’aperto, ma il 90 percento di questi, era ancora chiuso.
La moto (ike) è stata perfetta, gli appassionati la chiamano “mucca”, grossa, pesante, rassicurante, generosa, sincera e buona come il pane, non ti mette mai in difficoltà, e se capita, sembra dirti “non ti preoccupare, ci penso io”.
Ci fai 10 ore sopra, a volte anche 12, ed il giorno dopo non vedi l’ora di ripartire, forse la ricetta non è in un solo componente, che magari altre moto hanno meglio di questa, ma in un assieme di caratteristiche, un mix, di piccole cose che solo una bmw da sempre, con vocazione mototuristica, riesce a dare, certe cose si migliorano solo con l’esperienza, non si improvvisano, non bastano i cavalli, la coppia, le prestazioni o affidabilità, per un viaggio ci vuole anche , ergonomia, praticità, qualità dei materiali, in una parola, funzionalità. Le riviste la chiamano spesso la moto “totale”, non ci fai motocross, pesa 250 kg senza il pilota, non ci fai le corse in pista, ma ha la coppia dove serve, per girare in montagna, curve e tornanti sono il suo pane ma non disdegna le strade non asfaltate, anche se impegnative, e nemmeno l’autostrada per le lunghe percorrenze, anche se io le detesto, vanno contro alla mia visione della moto.
E’ stato un bel motogiro, lo sognavo da tempo, ed ho realizzato un sogno, mi sono divertito e nessun tour operator avrebbe potuto regalarmi le stesse emozioni, ho visto tante cose e tante ne ho perse, ma per vedere tutta l’Italia ci vorrebbe un’anno “sabbatico” (con relativa disponibilità).
Inoltre un ringraziamento particolare a mia moglie che mi ha permesso di realizzare questo sogno, senza "paranoie", l'ho apprezzato molto. GRAZIE.
Chissà quando, il prossimo?
Ciao a tutti.
ikeike